
La sillaba.
Le parole si dividono in sillabe, cioè in parti pronunciate con una sola emissione di voce.
Perché esista una sillaba occorre almeno una vocale (o un dittongo, o un trittongo).
Oltre alla vocale ci possono essere delle consonanti, prima o dopo la vocale.
– Se le consonanti sono prima e la sillaba finisce in vocale, la sillaba si dice aperta.
– Se le consonanti stanno dopo la vocale, la sillaba si chiama chiusa (bam-bi-no ha la prima sillaba chiusa e le altre due aperte).
Così, una parola ha tante sillabe quante sono le vocali (o i dittonghi, o i trittonghi) che essa contiene. Può quindi essere:
– Monosillaba: tu, a, lei ecc.
– Bisillaba: a-mo, be-ne, ba-cio ecc.
– Trisillaba: co-lo-re, au-gu-ri, pal-li-do ecc.
– Quadrisillaba: pre-fe-ri-re, au-di-zio-ne, fred-da-men-te ecc.
– Pentasillaba: pre-fe-ri-bi-le, au-to-mo-bi-le, ar-mo-niz-za-re ecc.
Ci sono parole che hanno un numero superiore di sillabe: en-ce-fa-lo-gram-ma ne ha sei; pre-ci-pi-to-sa-men-te ne ha sette; e così via fino a pre-ci-pi-te-vo-lis-si-me-vol-men-te che ne ha undici – ammesso che qualcuno ancora la usi!
La divisione in sillabe.
La divisione in sillabe è importante per l’ortografia. Infatti, quando si devono spezzare le parole in fine di riga, si usa finire con una sillaba e cominciare la riga dopo con la sillaba successiva.
Come regole pratiche per la divisione in sillabe ricordiamo che:
– Una consonante fa sillaba con la vocale seguente: ca-de-re;
– Di due consonanti uguali, la prima fa sillaba con la vocale precedente, la seconda con la vocale seguente (basta ricordare di “spezzare” le “doppie”): cat–ti-vo;
– Gruppi di consonanti fanno sillaba con la vocale seguente se gli stessi gruppi possono trovarsi anche all’inizio di parola: co-sto-la (st può stare, appunto, in principio di parola); ma-ra-sma, sm come smontare ecc.;
– Gruppi di consonanti diverse che non possono trovarsi in principio di parola si dividono come le “doppie”: una consonante fa sillaba con la vocale precedente e l’altra (o le altre due) con la vocale seguente: mer–ce, im–pres-sio-ne (rc e mpr, difatti, non potrebbero trovarsi all’inizio di una parola di senso compiuto).
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Un gioco da ragazzi, vero? Un inutile… sproloquio? (dividete in sillabe quest’ultima parola, allora!).
Aiutino: la soluzione si trova tenendo presente l’unico enunciato che ho sottolineato, e considerando la posizione dell’accento.
A proposito… Nella Lezione n° 4 parleremo proprio dell’accento.
Intanto, puoi scaricare la versione stampabile della Lezione di scrittura n° 3
e … ci leggiamo presto!
Buona scrittura e tanta gioia a tutti,
Gioia
P.S.: La soluzione è spro-lo-quio (le vocali dei dittonghi e trittonghi non si dividono).
P.P.S.: Iscriviti a nomenOmen per altre lezioni! 🙂
L’ha ribloggato su nomenOmen.